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martedì 12 febbraio 2013
lunedì 11 febbraio 2013
Farifrittata alle foglie di porro
Ammetto di non aver mai apprezzato le frittate, nel corso dei vari passaggi da uno stile alimentare ad un successivo stadio di raffinazione del gusto! Le ho sempre trovate pesanti, difficili da digerire e in assoluto il modo meno apprezzabile per gustare le uova. Come per altre ricette, mi sono però innamorata della rispettiva versione "vegetale" (per me) molto più appetibile :)
La ricetta trae liberamente ispirazione dalla Porrata di Bionutrichef, pubblicata su Veganblog, alla quale va tutta la mia riconoscenza per un'idea così semplice ma gustosa all'insegna del riciclo (l'ingrediente principe è la parte del porro che di solito scartiamo!)
Come la precedente e le successive, la presente appartiene alla famiglia delle "ricette anti-crisi": facile, gustosa ma soprattutto economica ;)
Questa è stata la mia cena di ieri, contavo di conservarne la metà per la cena successiva, ma ahimé è stata divorata dalla coinquilina famelica in pochi minuti!
INGREDIENTI (per una frittata di 24 cm)
1 porro, le foglie verdi
1 cipolla rossa
120 g di farina di ceci
300 ml di acqua
3 cucchiai di olio evo + 1 filo
rosmarino secco, 1 cucchiaino raso
origano secco, 1 cucchiaino raso
paprica piccante, 1 pizzico
sale, 1 spolverata
OCCORRENTE
1 ciotola o scodella capiente
1 frusta (anche a mano)
1 coltello da verdure
1 tagliere
1 padella antiaderente o 1 padella per frittate
PROCEDIMENTO
Come primo passo stemperare la farina di ceci ben setacciata con l'acqua versata a filo, miscelando bene con la frusta per non creare grumi. Versare a filo 1 cucchiaio d'olio fino ad amalgamarlo perfettamente nella pastella, che dovrà risultare poco densa. Spolverate con le spezie secche, a piacimento (ho usato rosmarino e origano biologici). Riporre il composto in frigo e nel frattempo occuparsi delle liliacee:
Tagliare a velo la cipolla rossa e rosolarla in 2 cucchiai d'olio evo nella stessa padella che userete per la frittata.
Tagliare e lavare bene (uso sempre bicarbonato come battericida) le foglie verdi del porro, asciugarle e tagliarle in sottili striscioline (1-2mm ca.) Aggiungerle alla cipolla e continuare a rosolare per circa 7-8 minuti a fiamma dolce. Salare e spolverare con un pizzico di paprica piccante.
Riprendere dal frigo la pastella (dovrà aver riposato almeno 30 minuti) e unire le verdure saltate nella ciotola: miscelare bene.
Spennellare, se necessario, il fondo della padella con un altro filo d'olio, porre sul fuoco e far scaldare bene poi rovesciare la pastella in un unico colpo: con questa tecnica farete scaldare immediatamente la superficie, abbassare leggermente la fiamma e far cuocere, per almeno 8 minuti, da entrambi i lati, avendo cura di non far attaccare la pastella ai bordi (è sufficiente "spatolare" ogni tanto)
Consiglio: Se non usate la padella specifica per frittate e non siete molto pratici nel "rigirare le frittate" potete usare il metodo dei due piatti: non appena la frittata risulta ben cotta e dorata su un lato, appoggiare un piatto piano sulla superficie superiore, rivoltare la padella tenendo il piatto ben saldo, poi coprire con un secondo piatto la superficie dorata per ri-capovolgerla sulla padella, appoggiandola stavolta sul lato ancora da cuocere, che sarà quello scoperto
Servire e gustare! (è buonissima anche fredda)
Semplice ma deliziosa
Note: Le "fari"frittate, o frittate di ceci, sono così simpaticamente chiamate perché sostituiscono alle uova le proprietà leganti della farina di ceci, con un procedimento analogo alle più tradizionali farinate tipiche delle regioni settentrionali: stessa pastella, ma saltata in padella anziché cotta al forno.
Il "segreto", se così si può chiamare, di una buona farifrittata è il suo spessore: l'altezza ideale non deve superare il cm, 8-9 mm sono perfetti, di modo che rimanga perfettamente croccante in superficie e morbida all'interno.
domenica 10 febbraio 2013
La SFIDA dell'anno... PASSO PRIMO
...ovverosia sopravvivere al freddo pungente della crisi con poche decine di "€".
2013, l'anno nuovo delle avversità: iniziato con alcuni degli eventi più inclementi della vita, sembra voler perseguire nel suo grigiore.
Si è portato via l'ultima nostra nonna, dopo prolungata e atroce agonia, durante la quale non è mancata un mio richiamo dalle forze dell'ordine per l'inumano (o molto umano, se preferite) nefando egoismo del personale medico, sfociato in furia fredda da me e vigliacca vendetta da loro.
Con lei abbiamo perso l'ultima radice progenitrice. E l'ultimo assegno mensile di quella longeva, anziana porzione del popolo italiano che reggerà ancora per poco l'Italia della crisi economica. Perduto anche l'assegno di supplemento regionale alla cassa integrazione di mio padre, cosicchè quasi 1000€ al mese di sussidi si son dissolti nell'etere.
E poiché le sventure non giungono mai sole, l'affitto dell'appartamento in città dei miei ha perso un contribuente e minaccia di perderne ancora.
Tornata qui a Firenze scopro infine che le due amorevoli coinquiline, lasciate sole, hanno discusso e la nuova arrivata ha abbandonato la casa lasciandomi nella cosiddetta f**a fogna.
Per farla breve: conti in tasca, soldi (pochi) in mano, bollette da pagare -le più urgenti saldate-, restano nel residuo del conto e contanti approssimativi € 100 per arrivare a fine mese.
Essendo indubbiamente la figlia che negli ultimi anni ha dissanguato maggiormente il patrimonio familiare, da oggi bando agli sprechi e morale alto.
Cosa può fare il consumatore (fino a poco prima non-risparmiatore) consapevole?
Non si dispera, serra i denti e stringe i pugni, si guarda intorno (e dentro) e cerca di raccapezzarsi su ciò che si può (ri)costruire e risparmiare.
Primo (ovvio) punto: il cibo.
Per le emergenze si potrà ricorrere al cibo poco decoroso ma economico della mensa.
Per la maggioranza dei pasti ci si organizza con una spesa mirata.
La sfida di questo mese, Febbraio 2013, sarà mangiar bene, salutare e vegetale, spendendo il minimo indispensabile.
Prima mossa: stilare l'elenco del cibo in dispensa da sfruttare fino al midollo:
L' annuncio: armiamoci di pazienza e puntiamo alla sopravvivenza!
Vi abbraccio tutti col calore della comprensione e la forza del solidale conforto
2013, l'anno nuovo delle avversità: iniziato con alcuni degli eventi più inclementi della vita, sembra voler perseguire nel suo grigiore.
Si è portato via l'ultima nostra nonna, dopo prolungata e atroce agonia, durante la quale non è mancata un mio richiamo dalle forze dell'ordine per l'inumano (o molto umano, se preferite) nefando egoismo del personale medico, sfociato in furia fredda da me e vigliacca vendetta da loro.
Con lei abbiamo perso l'ultima radice progenitrice. E l'ultimo assegno mensile di quella longeva, anziana porzione del popolo italiano che reggerà ancora per poco l'Italia della crisi economica. Perduto anche l'assegno di supplemento regionale alla cassa integrazione di mio padre, cosicchè quasi 1000€ al mese di sussidi si son dissolti nell'etere.
E poiché le sventure non giungono mai sole, l'affitto dell'appartamento in città dei miei ha perso un contribuente e minaccia di perderne ancora.
Tornata qui a Firenze scopro infine che le due amorevoli coinquiline, lasciate sole, hanno discusso e la nuova arrivata ha abbandonato la casa lasciandomi nella cosiddetta f**a fogna.
Per farla breve: conti in tasca, soldi (pochi) in mano, bollette da pagare -le più urgenti saldate-, restano nel residuo del conto e contanti approssimativi € 100 per arrivare a fine mese.
Essendo indubbiamente la figlia che negli ultimi anni ha dissanguato maggiormente il patrimonio familiare, da oggi bando agli sprechi e morale alto.
Cosa può fare il consumatore (fino a poco prima non-risparmiatore) consapevole?
Non si dispera, serra i denti e stringe i pugni, si guarda intorno (e dentro) e cerca di raccapezzarsi su ciò che si può (ri)costruire e risparmiare.
Primo (ovvio) punto: il cibo.
Per le emergenze si potrà ricorrere al cibo poco decoroso ma economico della mensa.
Per la maggioranza dei pasti ci si organizza con una spesa mirata.
La sfida di questo mese, Febbraio 2013, sarà mangiar bene, salutare e vegetale, spendendo il minimo indispensabile.
Prima mossa: stilare l'elenco del cibo in dispensa da sfruttare fino al midollo:
- Riso integrale 1Kg
- Miglio decorticato 1Kg
- Sale grosso 2Kg
- Sale fino residuo -sufficiente
- Orzo solubile 1Kg
- Segale in fiocchi 1Kg
- Germe di grano 1Kg
- Miele 1Kg
- Marmellata di more 300g
- Puntine per minestrina 200g
- Fagioli borlotti secchi 1Kg
- Pangrattato 500g
- Zucchero bianco 200g scarsi
- Zucchero integrale 22 bustine da bar
- Farina di mandorle 400g
- Maizena 300g
- Olio Evo 1/2 l
- Aceto balsamico -sufficiente per mesi visto il mio consumo
- Spezie varie secche -a volontà
- Cuori di carciofo 1/2 confezione
- Funghi champignon 300g ca.
- Pisellini 1Kg
- Avanzo di minestrone (bruciato!) 1,5Kg ca.
- Brodo vegetale 3lt ca.
- Prezzemolo fresco tritato -quanto basta
- Zenzero radice -quanto basta
L' annuncio: armiamoci di pazienza e puntiamo alla sopravvivenza!
Vi abbraccio tutti col calore della comprensione e la forza del solidale conforto
giovedì 7 febbraio 2013
domenica 13 gennaio 2013
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giovedì 3 gennaio 2013
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